Capua ha sempre avuto un’enorme importanza dal punto di vista strategico sin dalla sua fondazione, riferendoci alla Capua nuova e non a quella antica. La Capua nuova fu fondata nell’856, in epoca longobarda, all’interno di un’ansa del Volturno che garantiva una grandissima protezione rispetto alle zone circostanti in quanto bastava semplicemente fortificare un tratto per poter avere un controllo totale del territorio. Le fortificazioni attuali della città di Capua sono state realizzate a partire dall’epoca spagnola (500 a. C.) dove realizzarono, in una prima fase, i 5 bastioni che ancora oggi sono visibili lungo il tratto meridionale, quello non protetto dal corso del fiume. In epoca settecentesca vennero ampliate le fortificazioni, realizzando delle punte avanzate dai rivellini e altri strumenti difensivi e lentamente, fino all’800, sono state costantemente e continuamente rimaneggiate e restaurate per poter rendere quanto più affidabile ed efficiente la difesa della cittadina, ricordando che praticamente era la prima grande fortezza dopo Gaeta, per chi voleva arrivare a conquistare la città di Napoli e per questo motivo è stata costantemente assediata nel corso della storia. Oltre al famoso episodio del sacco di Capua del 24 luglio 1501, durante il quale le armate di Cesare Borgia attaccarono la città riuscendo ad espugnarla; nel 1734 vi fu un grande assedio, quando sul trono di Napoli si avvicendarono gli Austriaci fino ad arrivare ai Borbone, con Carlo I di Napoli e Carlo III di Spagna (Borbone). Gli Spagnoli assediarono la città per circa sette/otto mesi, le difese austriache erano rette dal comandante Otto Ferdinand von Traun, che successivamente venne eletto feldmaresciallo dell’esercito imperiale asburgico a testimonianza dell’importanza della piazzaforte capuana. Dopo otto mesi di assedio, la città fu costretta a capitolare per fame, ma con l’onore delle armi in condizione di forte inferiorità numerica. L’ultima grande battaglia delle fortificazioni di Capua è stata compiuta nel 1860: la “Battaglia del Volturno”. La città di Capua per un mese è stata il punto principale logistico per le forze borboniche, poi tra il 1° e il 2° novembre la città è stata pesantemente attaccata e bombardata, ma ormai le difese cittadine erano completamente inservibili. Cinquant’anni dalla fine dell‘800, la I Guerra Mondiale originò un bombardamento violentissimo che obbligò la cittadinanza ad arrendersi completamente. Fin dalle origini, la città di Capua è stata considerata la Chiave del Regno, dal punto di vista militare, sul motto cittadino “Est Capua Regni Clavis”.
L’epoca di costruzione delle fortificazioni, insieme ai cunicoli, risale al 500. Queste fortificazioni hanno permesso alla città di Capua di resistere alle varie battaglie: infatti, militarmente, non ha mai perso. Un tunnel sotterraneo, scavato durante il periodo borbonico (o forse precedente) presso il Monastero delle Dame Monache, conduceva all’ex polveriera. Le gallerie erano costruite in tufo, con la presenza di travi che servivano come sostegno all’arcata. Con il passare degli anni alcuni tratti sono crollati. All’interno sono visibili delle ampie forature che erano utilizzate come sbocchi di aereazione per permettere il passaggio d’aria. Tali gallerie erano utilizzate sia come zona di passaggio per ridurre il tragitto di percorrenza tra i poli della città, sia per salvare più cittadini possibile durante i bombardamenti causati dalla guerra. Un ulteriore tunnel è situato al di sotto della Villa comunale, il quale si protrae fino al ponte di origini romane e permetteva di collegare il fronte con la polveriera austriaca. All’interno vi erano anche le stanze dei soldati: era possibile usufruire della polvere da sparo e delle armi presenti nelle riserve circostanti, utilizzate dai soldati per combattere successivamente sul fronte meridionale o settentrionale. Il cunicolo possedeva due ingressi, uno dei quali si apriva nella gola del bastione (attualmente è visibile solo la volta dell’arco), non accessibile a causa del proliferarsi della vegetazione e del crollo del terreno. Conseguentemente due erano le uscite che affacciavano sulla piazzaforte della polveriera austriaca.
Le fortificazioni erano ad uso militare, mentre le gallerie, situate soprattutto nei pressi della Chiesa di Santa Caterina, erano ad uso civile, ossia permettevano la fuga ai Capuani. Di fatto, ogni palazzo nobiliare presentava un accesso ai cunicoli che arrivava a un porticciolo, dove si trovavano i lontri, l’unico mezzo idoneo per la fuga.